7.2.2013

Oficinas del Tribunal de Justicia de Venecia

Las oficinas del Tribunal de Justicia de Venecia son el resultado de un proyecto ganador de un concurso internacional. El edificio se inserta en la complejidad del sistema urbano veneciano frente a la Piazzale Roma, un espacio que es a su vez la entrada de automóviles a la ciudad de Venecia. El edificio es una "infraestructura" que permitió recuperar una antigua fábrica del siglo XIX (ex-Manifattura Tabacchi) para un uso contemporáneo.

La construcción cubre el gran vacío de Piazzale Roma hasta el puente de Santiago Calatrava, en el lado opuesto. El gran espacio de cinco niveles actúa como un ‘acceso urbano» iluminado desde el techo, como todos los ex-edificios industriales. Este espacio vertical interior, abierto y de libre entrada durante el día, aloja en la planta baja servicios comerciales que permiten mejorar y devolver al ciudadano un gran espacio público, el cual también funcionará como entrada a los distintos espacios públicos que serán recuperados a partir de la futura restauración de los edificios existentes.
El nuevo volumen tiene una simple, compacta y arquetípica forma como resultado de la manipulación de la tipología del edificio industrial veneciano y la conexión con la línea del horizonte de los enormes estacionamientos.
El voladizo de cinco metros sobre la Piazzale Roma se convierte en la entrada al edificio creando una gran sombra que atrae a las personas horizontalmente hacia un nuevo sistema urbano y, verticalmente, a lo largo de la escalera lineal o de los ascensores,  distribuyendo el flujo de visitantes hacia todos los niveles.
La escalera lineal está diseñada en forma paralela a la elevación del frente del edificio que mira al estacionamiento San Marco, lo que nos permitió diseñar esa elevación como una puntuación de pequeñas ventanas que provocan una entrada especial de luz natural en el interior.
El material del edificio es un tipo de pre-oxidado de cobre TECU. El cobre es el material con el que se construyeron los techos de todos los edificios institucionales (religiosos y laicos) en Venecia. En este proyecto, la materialidad y la forma son una metáfora que representa a la Institución: la Casa de la Justicia es un gran techo, hecho con un único material, que le da la bienvenida a los ciudadanos dentro de un espacio iluminado.

 

Original text in English

Inhabited infrastructure
The project is a winning entry of an international competition. The building is a graft in the complexity of the Venetian urban system facing Piazzale Roma, the car-entrance space to the city of Venice. At the same time it becomes the ‘infrastructure’ which brings an existing 19th century complex factory (Ex-Manifattura Tabacchi) to a contemporary use: in fact it houses the the technological systems serving the whole.
The dimension of the building is measured on the huge void of Piazzale Roma facing the bridge of Santiago Calatrava, on the opposite side.
A huge, five level high space acts as a ‘urban entrance’ enlightened by the roof as all the ex-industrial existing buildings.
This vertical inner space, opened to free entrance during the day, will house, on the ground level, the commercial services which will allow to improve and give back the citizen a big public space, functioning also as an entrance to the sequence of public spaces which will be regained by the future restoration of the existing buildings.
The new volume has a simple, archetypical, compact shape, resulting from the manipulation of the Venetian industrial building typology and the connection to the skyline of the huge parking lots.
A five meter long cantiliver on Piazzale Roma becomes the entrance: a huge shadow which attracts the fluxes of people horizontally in the new urban system and vertically along either a linear stair or elevators which distributes to all the levels.
The linear stair is designed parallel to the elevation facing the parking building San Marco, letting us to design that elevation as a punctuation of small windows designing a special natural light in the inside.
The material of the building is a preoxidated type of TECU copper. Copper in Venice is the material with which all the institutional (religious and laic) buildings’ roofs are built with. In this projects, materiality and form become a metaphor representing institution: the house of justice is a big monomateric roof which welcome the citizens inside an enlightened space.
We always work with materiality and light, instigating, with pro-oxidation, the idea of subtracting material from surfaces and activationg them with light, which is what time does. Working with the idea of ‘time’ is archetypical in Venice.

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Testo originale in italiano

Infrastruttura abitata
Il progetto, vincitore di un concorso internazionale di progettazione nel 2002, è l’occasione per restituire alla città di Venezia un’area inaccessibile. Il complesso della Ex-Manifattura Tabacchi a Piazzale Roma diventerà la sede del nuovo tribunale di Venezia, accorpando tutti gli uffici giudiziari, che in questo momento sono distribuiti in diversi Palazzi storici.
L’iter del progetto è stato complesso, come prassi per i grandi lavori pubblici in Italia.
Senza voler entrare nelle lungaggini burocratiche e amministrative di dieci anni nei quali il lavoro si è protratto, l’edificio che presentiamo è il primo ad essere terminato.
E’ una lama che si innesta nell’unico vuoto esistente nell’area progetto che si affaccia su piazzale Roma.
E’ la grande hall di ingresso necessaria a distribuire i flussi che rigenerano una parte importante della città di Venezia.
E’, allo stesso tempo, l’infrastruttura che permette di rigenerare il sistema degli edifici esistenti.
Il primo tema su cui abbiamo lavorato è la manipolazione del programma proponendo l’ibridazione di un edificio pubblico che fosse al contempo un’infrastruttura.
Due piani dell’edificio, infatti, ospitano tutti gli impianti tecnologici (centrali termiche e frigorifere) che permetteranno il riuso dell’intero sistema della Manifattura Tabacchi. Il volume inoltre ospita (ai piani superiori) uffici del tribunale di sorveglianza, cancellerie e archivi.
La grande hall di ingresso, aperta alla città di giorno, ospiterà spazi commerciali (tabaccheria, bar, negozi) innervando il sistema degli spazi pubblici (campi e campielli interni) restituiti al tessuto urbano veneziano.
Il secondo tema del progetto è relativo alla scala dell’intervento e all’impianto tipologico. La dimensione dell’edificio si confronta alla scala urbana sia con il grande vuoto di Piazzale Roma, essendo posizionato sul fronte opposto al ponte di Calatrava, sia con la dimensione generosa del vuoto degli edifici ottocenteschi della Ex-Manifattura Tabacchi, volumi di grande suggestione spaziale, per la grande parte caratterizzati da un sistema di illuminazione zenitale.
Il nuovo volume ha una forma semplice e compatta, tipologicamente è una tesa contemporanea manipolata in altezza per connettere lo skyline dei volumi dei parcheggi multipiano al sistema urbano delle tese industriali ottocentesche.
Verso Piazzale Roma, il volume non si appoggia a terra.
Uno sbalzo di cinque metri su Piazzale Roma diventa l’ingresso: un’ombra che accoglie i flussi riorientandoli all’interno del nuovo sistema: una compressione che esplode all’interno in uno spazio di sette piani illuminato dall’alto su cui si svolge una scala metallica, che distribuisce a tutti i piani dell’edificio e che permette di disegnare il fronte verso il garage San Marco con una sequenza di piccole bucature, quasi una sequenza di codici che punteggiano la facciata.
Il terzo tema del nostro lavoro riguarda la materia. Il materiale che utilizziamo all’esterno è rame preossidato TECU: il rame è a Venezia il materiale che caratterizza le coperture degli edifici monumentali. In questo progetto il materiale diventa la metafora che rappresenta l’istituzione, la ‘casa della giustizia’ e che, come un grande tetto manipolato ed estruso accoglie i cittadini in uno spazio, luminoso e trasparente. Il processo di preossidazione del rame rievoca il modo in cui il tempo agisce sulle superfici con un processo di sottrazione della materia. Anche la materia, oltre al programma e all’impianto tipologico, viene manipolata per introdurre subito l’edificio nel tempo veneziano di cui è parte. Pur nelle sue dimensioni generose, l’edificio appare quasi come la sua ombra, una tesa in bilico tra storia e contemporaneità.

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